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Bracci «Non bastano i titoli sui biglietti da visita, con Certing cv, competenze e referenze sono certificate»

Elisabetta Bracci, ingegnere, consulente, docente e fondatrice di JUMP Facility, dal 2000 lavora nell’ambito del facility e project management. 

Un’esperienza a livello internazionale che ha rafforzato in lei l’idea che i professionisti debbano andare oltre ai titoli «riempendoli di un forte significato» tramite l’impegno quotidiano, la competenza e la solida affidabilità.

Punti di forza che acquistano più valore se sono certificati da un ente terzo e imparziale e sono supportati da una rete europea che agevoli il riconoscimento di tali competenze nei diversi Paesi dell’UE.

CERTING quindi si rivela una valido strumento per valorizzare il curriculum, le referenze e le competenze di ogni singolo professionista. 

Non a caso, sul sito dell’Agenzia, il database pubblico offre la possibilità di visualizzare non solo il certificato conseguito ma anche il percorso professionale di ogni ingegnere.  

La Facility Manager: ecco perché ho scelto la certificazione CERTING

Ing. Bracci, perché ha deciso di conseguire la certificazione CERTING? Una scelta personale o dettata dalle richieste del mercato?

«Per me è una questione di significato e sostanza. Mi spiego meglio. Lavoro nel settore del Facility Management da quando ero studentessa: a 19 anni ero assistente in cantiere, a 29 ero Manager in una multinazionale e a 36 ho fondato la mia attuale attività, Jump Facility, in cui mi occupo di performance e digital transformation nel settore Facility. Negli anni ho quindi ricoperto ruoli all’interno di svariati settori e mi è capitato più volte di lavorare con persone che portavano un job title che non ricoprivano appieno. Ad oggi vivo il mercato della Consulenza di Direzione e dell’Innovation Management: due termini che rischiano di essere inflazionati e, come tali, svuotati del proprio significato. Dobbiamo essere noi Professionisti i primi a riempire i nostri job title di un forte significato tramite l’impegno quotidiano, la forte competenza e la solida affidabilità. E sono proprio la competenza e l’affidabilità ad essere certificate tramite CERTING, che diviene titolo autorevole poiché rilasciato da un organismo creato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e certificato da un Ente terzo imparziale come Accredia. È interesse primario della nostra Categoria riempire di significato i termini che usiamo per definirci lavorativamente. Questo permette di valorizzare sul mercato tutti coloro che dimostrano quotidianamente la propria preparazione, competenza e deontologia. È importante dimostrare in modo concreto che ciò che è scritto su un bigliettino da visita rispecchi realmente ciò che si è capaci di fare».

Lei ha ottenuto la certificazione di ingegnere esperto in ambito gestionale con specializzazione in Facility Management (livello Advanced). Di che cosa si occupa il Facility Manager? Quali sono i focus principali?

«Il Facility Management è la disciplina del management aziendale svolta da chi coordina lo spazio fisico di lavoro e le infrastrutture in relazione alle risorse umane e all’attività dell’azienda.

Il Facility Manager lavora quindi su tre aree principali:

  • I servizi all’edificio, come la manutenzione e il revamping impiantistico, hanno per oggetto il mantenimento dell’immobile e impattano su business continuity, comfort, sicurezza e uso razionale dell’energia;
  • I servizi allo spazio, come la progettazione e la gestione dei layout aziendale, facilitano la creazione del valore, la comunicazione, la socializzazione e la circolazione della conoscenza;
  • I servizi alle persone, come la ristorazione e la gestione della flotta auto, concorrono a incrementare la produttività, il benessere e la fidelizzazione di chi lavora per l’azienda.

Gran parte della qualità della nostra vita dipende dalla capacità d’innovazione del mondo Facility, che però deve essere “gestito bene”. Perché è importante rivolgersi a Facility Manager di comprovata esperienza?

«Un vecchio video raffigura il Facility Manager come un giocoliere, perché ha un approccio al lavoro integrato su svariati fronti, quali la gestione economica e finanziaria, l’architettura, l’ingegneria, le scienze comportamentali e la psicologia ambientale. È quindi un mestiere complesso, che richiede un giusto mix tra ingegneria, management e discipline umanistiche e che non si costruisce in un giorno, altrimenti si possono creare gravi danni economici, reputazionali, ambientali e di sicurezza. Non è banale far quadrare un budget, rispondere ai bisogni della produzione e della qualità e progettare una user experience che migliori la performance, il tutto mantenendo saldi i canoni della sicurezza e dell’uso razionale dell’energia».

Una gestione poco attenta di tutto questo che ripercussioni potrebbe avere sull’azienda?

«Poniamo che la persona incaricata di occuparsi di tali aspetti aziendali non sia in grado di gestire correttamente gli impianti, le cosiddette utilities a supporto della produzione: il più piccolo errore potrebbe causare un fermo produzione prolungato e danni ingenti ai macchinari, soprattutto se manca una corretta manutenzione preventiva e predittiva. Una disattenzione può costare tanto, danni per decine di migliaia di euro fino a svariate centinaia anche solo per un singolo giorno di fermo o per singolo guasto impiantistico».

Il Facility Manager: un profilo sempre più richiesto

Quando la trasformazione digitale arriva in azienda mette in moto processi di innovazione che impattano fortemente sulla gestione dell’edificio, degli impianti e dei servizi. Il Facility Manager sarà una figura sempre più richiesta?

«Assolutamente sì, rivestendo questo ruolo in maniera molto più gestionale e meno operativa. I tre punti cardine del nostro mestiere sono la performance, l’esperienza dell’utente e la compliance. La raccolta, aggregazione e interpretazione del dato diventano quindi attività nodali per la riuscita della corretta attività di un Facility Manager in un contesto sempre più digitalizzato. Infrastrutture e impianti 4.0 assicurano all’azienda, tra i tanti benefici, un’alta continuità di business e un forte abbattimento dei costi inerenti guasti e rotture. Servizi ben progettati e potenziati tra esperienza fisica e digitale, creano ambienti di lavoro stimolanti e aumentano l’attrazione e ritenzione dei talenti in azienda. Quindi meno chiavi inglesi e un po’ più strategia».

In seguito all’ottenimento della certificazione sono arrivate nuove opportunità lavorative o ha riscontrato una maggior attenzione da parte del mercato?

«Ho notato un interesse da parte di molti clienti alla vista del logo e hanno tutti reagito con molta fiducia a fronte di una certificazione legata al nostro Ordine. In realtà il risvolto più interessante per il mio mestiere, lavorando anche con Paesi esteri, è ENGINET, un’alleanza Europea che ad oggi consta di sei Istituzioni che si occupano della certificazione delle competenze degli Ingegneri e del loro mutuo riconoscimento nei singoli Paesi. Questo mi aiuterà ad essere riconoscibile nei rapporti di lavoro con i Paesi Europei».

Lo scoppio della pandemia ha avuto pesanti ripercussioni sul mondo del lavoro e delle professioni, il settore del Facility Management ha risentito degli effetti negativi dovuti all’emergenza sanitaria o al contrario c’è stato un incremento dell’attività?

«In questo settore c’è stato un altissimo incremento di lavoro. Facility Manager e RSPP lavorano fianco a fianco dall’inizio della pandemia per rendere le strutture e le interazioni umane più sicure. Nel mio caso, ho lavorato tantissimo negli ultimi due mesi per affiancare i clienti nel Service Recovery Plan, ovvero nella ridefinizione dei servizi, nella redazione e applicazione dei protocolli e nello scouting di prodotti e tecnologie potenzianti».

Il database CERTING? Un’occasione per fare network

Lei è anche responsabile CERTING per l’Emilia-Romagna, in che cosa consiste il suo ruolo? 

«La Direzione Centrale di CERTING ha svolto un grande lavoro per rendere questa certificazione giorno dopo giorno sempre più utile e completa. Fino ad oggi il Coordinatore è stata una figura di riferimento e supporto per gli Ingegneri del territorio, accompagnandoli nell’iter di certificazione e supportandoli in caso di dubbi o problematiche. Nei prossimi mesi il nostro compito sarà molto più orientato alla relazione e alla comunicazione: da un lato per far conoscere la qualità e la forza della certificazione al territorio e alle istituzioni locali, dall’altro per condividere e valorizzare i vantaggi per l’Ingegnere. Inoltre, ritengo che l’elenco dei certificati possa essere visto come un bacino di collaborazione e confronto per noi Ingegneri, all’interno del quale trovare altri Professionisti affidabili e competenti con cui fare network. Questo aspetto presenta fortissime potenzialità di business e va sicuramente potenziato tramite una comunicazione mirata ed azioni di sensibilizzazione».

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