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Una criticità che va superata al più presto

A colloquio con Andrea Fisher, ingegnere biomedico, membro del Consiglio direttivo dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici

di Roberto di Sanzo

L’ingegneria clinica deve acquisire la giusta dignità a livello nazionale. Nelle strutture sanitarie pubbliche spesso la nostra figura professionale è poco valorizzata o addirittura ‘surrogata’ da altri professionisti. Una criticità che va superata al più presto. Solo noi abbiamo determinate competenze in ambito medico”.

È  questo il messaggio che lancia Andrea Fisher, laureato in Ingegneria Elettronica a indirizzo Biomedico nel 2001 presso l’Università degli Studi di Genova. Ha iniziato la sua carriera professionale nell’azienda di famiglia (“Un lavoro che mi appassiona da sempre, ma che è anche una questione di cuore”, sottolinea Fischer), è specializzato in service per la manutenzione e gestione di apparecchiature sanitarie, dalla cardiologia alla neurologia, sino alle strutture presenti in sala operatoria. Il suo impegno è totale: dalla sanità pubblica a quella privata, sino all’ambito militare. Membro attivo dell’Ordine degli Ingegneri di Genova dal 2002, dove nel 2005 ha istituito la prima Commissione Biomedica. Socio dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici dal 2007 e Referente Regionale per la Liguria dal 2012, è stato Presidente del Comitato organizzatore del XVII Convegno Nazionale AIIC a Genova nel 2017. Attualmente, è membro del Consiglio Direttivo AIIC.
“Sono numerosi gli ambiti di applicazione e le opportunità per gli ingegneri clinici e biomedici. Certamente il rapporto con le aziende private è più semplice rispetto al Pubblico, dove i posti sono limitati, si entra solo tramite concorso, quando si fanno”, spiega Fisher. Il futuro della professione è legato anche alle innovazioni digitali richieste nello sviluppo di software high-tech nei dispositivi medici.

 

“L’ingegneria clinica dovrebbe avere il giusto riconoscimento a livello nazionale. La Certificazione CERTING è un valore aggiunto importante per la crescita del settore”

 

“Sono numerose le startup che stanno nascendo in tale settore con ingegneri clinici figure di primo piano – continua Fisher –; pensiamo a tutto il filone che sta nascendo con l’intelligenza artificiale, che avrà applicazione sempre più diffuse ed avanzate in ambito sanitario. Oppure le applicazioni della telemedicina. Una vera e propria rivoluzione
tecnologica che deve vedere protagonista l’ingegnere biomedico”.
Interessanti gli sviluppi e le collaborazioni che si potranno avere in ottica futura tra l’ingegneria clinica e il sistema sanitario delle Forze Armate. “I militari hanno la necessità di tessere relazioni con l’ingegneria clinica e biomedica – spiega Andrea Fisher –. L’obiettivo è compiere un primo passo verso l’organizzazione di un inventario informatizzato e
digitale delle strutture a disposizione. Gestendo e svecchiando il parco tecnologico in dote. Al giorno d’oggi non vi è nessuno in grado di farlo. Ecco perché l’anno scorso la Marina Militare ha indetto un primo bando di concorso per l’assunzione di quattro figure di ingegneri biomedici e a breve ne saranno indetti altri dall’Esercito e dall’Aeronautica. L’interesse per la nostra professione, in questo senso, è totale”.

Proprio per rimanere al passo con i tempi e valorizzare le professionalità acquisite nel tempo, Andrea Fisher ha ottenuto il Certificato CERTING in Ingegneria Biomedica con specializzazione Advanced in Ingegneria Clinica nel 2017. Ma non solo: dal 2020 Fisher è Lead Auditor nel processo di valutazione CERTING ed è iscritto all’Elenco nazionale certificato degli Ingegneri Biomedici e Clinici dal marzo 2021 (ex art. 10, co. 1, Legge 11 gennaio 2018, n. 3) presso il CNI.
“All’inizio decisi di ottenere il Certificato solo per motivi personali, per avere un riconoscimento in più sul curriculum, da spendere poi con la committenza – spiega Fisher –. Poi il CNI ha istituito l’Elenco nazionale certificato degli Ingegneri biomedici e clinici. Per poter essere iscritti, gli ingegneri biomedici e clinici devono certificare le proprie competenze in conformità allo schema di ‘Ingegnere esperto in Biomedica’, secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024, attraverso l’Agenzia CERTING”. “Un valore aggiunto fondamentale. Stanno uscendo numerose gare d’appalto, o richieste di revisione di progetti, con requisiti ben precisi: le società di ingegneria partecipanti devono avere in organico un ingegnere biomedico iscritto all’Elenco nazionale. Ecco, dunque, che la Certificazione CERTING diventa obbligatoria”, conclude Fisher.

 

Tratto da “Il Giornale dell’Ingegnere n.4/2024

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